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La discussione intorno alla "didattica" della Shoah non può essere procrastinata. Cambiano le circostanze politiche, muta il ruolo della coscienza storica nel dibattito pubblico e, inesorabilmente, vengono a mancare i testimoni diretti degli eventi. La distanza temporale si divarica, e con essa si rende urgente un ripensamento delle nostre prospettive didattiche. Per comprendere il genocidio occorre attraversare i dilemmi morali in cui si trovarono certamente ingabbiate le vittime, ma anche le circostanze che descrivono le scelte dei carnefici e quelle dei gregari. Fondamentale diventa quindi distinguere momenti e ruoli, ma anche saper cogliere i tratti chiaroscurali, i contesti in cui resta difficile decifrare l'inizio e le responsabilità di processi storici dalle conseguenze irreversibili. Prefazione di Anna Piperno.